Il taglio dell’Iva sui prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile introdotto dalla legge di Bilancio 2023 potrebbe avere un impatto minimo sulle famiglie italiane.
Il rischio è che il taglio dell’Iva non venga riflesso sui prezzi applicati dai commercianti e che, a causa della denatalità e dei prezzi già non elevati di molti prodotti per l’infanzia, il risparmio medio per una famiglia sia minimo.
Questo è quanto sottolineato dall’Unione Nazionale Consumatori, che ha spiegato come questa misura sia solo “concettualmente condivisibile” ma che i vantaggi monetari sono “riservati a poche famiglie: in media a famiglia si tratta di pochi spiccioli”.
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La legge di Bilancio ha esteso l’aliquota ridotta al 5% a tutti gli assorbenti e tamponi per l’igiene femminile, nonché a latte in polvere o liquido, preparazioni alimentari per l’alimentazione dei lattanti, pannolini per bambini e seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli.
Non solo potrebbe non essere riflesso sui prezzi nei negozi, ma l’effetto sulle famiglie italiane sarebbe limitato.
La denatalità e i prezzi non elevati di molti di questi prodotti significano che il risparmio medio per una famiglia sarebbe minimo. L’Unione Nazionale Consumatori conferma che questa misura è “concettualmente condivisibile”, ma che i suoi vantaggi finanziari sono “riservati a poche famiglie”.
Ricordiamo, per concludere, che l’IVA agevolata al 5% si applica ora su: latte per l’alimentazione dei lattanti, preparati alimentari per l’alimentazione dei lattanti, pannolini per bambini e seggiolini per bambini da installare in auto. L’effetto sui prezzi non è ancora chiaro e sarà necessario attendere ulteriori rilevazioni.
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