“In Italia, circa il 5% degli studenti ha un alto potenziale cognitivo, ma viene ignorato o sottovalutato” – dichiara Sforzini – “Questa è una forma di violenza silenziosa che impedisce ai giovani di realizzare il proprio potenziale. L’underachievement è un crimine sociale, e lo Stato non può più permettersi di ignorarlo”.
Secondo Rinascimento, la scuola italiana è ostaggio di una visione che rifiuta il merito e diffida dell’eccellenza. “Chi si distingue viene spesso ridicolizzato, il merito è demonizzato e il talento confuso con il privilegio” – afferma il fondatore del movimento. “Il valore personale deve tornare al centro: chi si impegna deve essere riconosciuto e sostenuto”.
Il discorso tocca anche il corpo docente. “Non può esserci un Rinascimento educativo senza una classe insegnante di alto livello” – sottolinea Sforzini – “Gli insegnanti migliori vanno premiati, formati e retribuiti in modo adeguato”.
Tra le proposte del movimento, spicca il sostegno a iniziative d’avanguardia come LabTalento dell’Università di Pavia, considerato un modello di riferimento nella valorizzazione dei giovani ad alto potenziale. “Smettiamola di distribuire risorse a pioggia senza criterio” – incalza Sforzini – “L’Italia deve investire in chi ha visione, talento e volontà. Solo così potremo costruire un futuro all’altezza del nostro passato”.
Il movimento Rinascimento si unisce così alla mobilitazione del 7 maggio, portando in piazza un’idea di scuola radicalmente diversa, fondata su merito, qualità e responsabilità.