Il problema dei ritardi nei pagamenti dei supplenti brevi torna a far discutere, lasciando centinaia di docenti senza stipendio per mesi. Nonostante il loro ruolo cruciale nel garantire la continuità didattica durante le assenze dei colleghi titolari, molti insegnanti si trovano costretti a lavorare senza ricevere compensi, accumulando spese e vivendo in una crescente incertezza economica.
Ritardi nei pagamenti mettono in difficoltà centinaia di docenti in tutta Italia
Le segnalazioni si moltiplicano: dalla provincia di Udine alla Sicilia, i racconti di docenti in difficoltà descrivono una situazione insostenibile. Ilaria, madre di due bambini piccoli, racconta: “Abbiamo rispettato tutte le procedure, ma i ritardi dello Stato ci lasciano senza un euro. È come se il nostro lavoro non avesse valore”. Come lei, tanti altri si affidano al reddito del coniuge o a piccoli prestiti per far fronte alle necessità quotidiane.
Le cause di questa piaga annuale sono note: burocrazia lenta, fondi non disponibili e procedure amministrative inefficaci. I sindacati denunciano l’inerzia del Ministero dell’Istruzione e chiedono interventi urgenti per garantire tempi di pagamento certi e dignità ai lavoratori. Nel frattempo, i supplenti continuano a svolgere il loro lavoro con professionalità, ma con sempre meno fiducia nel sistema.
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