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Università e Numero Chiuso Pirro (M5S): Abolire il numero chiuso non basta, serve una vera riforma per medici e infermieri

Roma, 26 novembre – La senatrice Elisa Pirro del Movimento 5 Stelle ha espresso posizioni critiche sul recente disegno di legge delega che modifica le modalità di accesso alla facoltà di medicina, sottolineandone il carattere demagogico e la mancanza di soluzioni strutturali per il sistema sanitario italiano.

Qualità formativa a rischio

Pirro ha evidenziato come il provvedimento, pur eliminando alcune disparità tra studenti in base alle condizioni economiche o geografiche, potrebbe compromettere la qualità della formazione universitaria in Italia. “Siamo favorevoli alla libera scelta degli studenti – ha dichiarato – ma ampliare le maglie senza garantire un’eccellenza formativa rischiando di farci perdere il prestigio che il nostro sistema educativo ha anche a livello internazionale”.

Non solo accesso, ma anche retribuzioni adeguate

La senatrice ha puntato il dito contro le difficoltà che il sistema sanitario affronta nel trattenere i medici formati. “Non possiamo limitarci a cambiare le modalità di accesso. Dobbiamo preoccuparci di come retribuire adeguatamente i medici, rendendo più appetibili le specialità oggi poco richieste, ma fondamentale. Spremiamo i professionisti come limoni, per poi vederli fuggire all’estero o verso contratti più vantaggiosi venite gettonisti”.

La domanda degli infermieri

Non meno critiche sono state le parole rivolte alla situazione degli infermieri: “Abbiamo reso la loro professione così gravosa e poco appetibile che non esiste nemmeno un problema di accesso. Il vero interrogativo è cosa offerta ai nostri giovani per convincerli a restare” nel sistema sanitario nazionale”.

Una riforma per il futuro della sanità pubblica

Per Pirro, il problema non si limita all’accesso alla formazione, ma riguarda l’intera gestione del personale sanitario: “Se continuiamo a sottrarre risorse e professionisti, i nostri concorsi resteranno deserti ei nostri ospedali a corto di personale Serve un intervento strutturale: migliori condizioni economiche e lavorative per chi sceglie di lavorare nel Servizio sanitario nazionale”.

Conclusione: un provvedimento di facciata

La senatrice conclude il suo intervento con un monitor: “Se non interveniamo subito con riforme serie, i nostri pronto soccorso diventeranno lo specchio di un sistema al collasso. Che qualità di cura possiamo aspettarci domani, quella dell’Italia o di un Paese del terzo mondo?”.

L’intervento in Aula riaccende il dibattito su una riforma tanto attesa quanto contestata, che dovrà dimostrare nei fatti la sua capacità di rispondere alle reali esigenze della sanità pubblica italiana.

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