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?Scatti d'anzianità, la questione non è chiusa

Riportiamo qui su InformazioneScuola.it un articolo di ItaliaOggi a firma di Alessandra Ricciardi sulla questione degli scatti di anzianità che a quanto pare non è del tutto chiusa e lo spiega nel dettaglio nell’articolo che segue.

La direttiva per l’avvio delle trattative, che dovranno dare copertura al pagamento degli scatti di anzianità per l’anno 2012, è pronta. ItaliaOggi l’ha letta: i 370 milioni di euro che servono a pagare gli aumenti, che il Mef aveva disposto di recuperare a colpi di 150 euro al mese, andranno a incidere per 250 milioni sul fondo di istituto.
Gli altri 120 sono quelli disponibili a seguito dei risparmi della riforma Gelmini. Tutto bene allora? Niente affatto. La vicenda degli scatti (si veda ItaliaOggi di mercoledì scorso), dopo il pasticcio politico e burocratico che ha investito il governo, con tensioni tra i due ministri direttamente interessati (Carrozza e Saccomanni) che sono tutt’altro che esaurite, avrà necessità anche di un passaggio al consiglio dei ministri per essere definitivamente risolta. Non basta infatti trovare i soldi a questo punto. Serve anche una norma per sterilizzare il dpr che il consiglio dei ministri di fine agosto ha approvato e che ha prorogato a tutto il 2013 il blocco degli scatti di anzianità. É il decreto che consente tra l’altro al ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, di dire che la collega dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, non poteva non sapere. Non poteva non sapere che per il 2013 il blocco degli scatti sarebbe andato avanti. Quali sono gli effetti del dpr, in assenza di un intervento normativo correttivo, è spiegato nel servizio in pagina: le retribuzioni resterebbero comunque congelate, con una conseguente perdita di circa 1000 euro l’anno, a causa del permanere del ritardo di un anno nella maturazione del gradone. Già, perché a fronte del ripristino dell’utilità del 2012, sarà comunque cancellata l’utilità del 2013.

Insomma, non basta la sola decisione politica del premier Enrico Letta di non togliere dalle buste paghe di gennaio i 150 euro al mese a recupero degli aumenti già pagati. Così come non basta un accordo tra sindacati e Aran sulle coperture. Serve la norma. Ed è quella che sarà approvata al prossimo consiglio dei ministri.Probabilmente sarà poi presentata come emendamento a un dei decreti in conversione in parlamento. Forse il Milleproroghe. Sta di fatto che ieri una nota di Palazzo Chigi annunciava: «Per quanto riguarda il 2014, il pagamento degli scatti di anzianità potrà essere assicurato a seguito delle decisioni che verranno assunte nel prossimo consiglio dei ministri per gli insegnanti che ne abbiano beneficiato nell’anno 2013».

Una precisazione che conferma anche la gestione tutt’altro ordinata e coerente che la vicenda ha avuto finora. E su cui i due ministeri non hanno affatto riposto le armi in quanto a riffacciarsi le responsabilità. Se per Saccomanni, la collega dell’Istruzione sapeva, visto che l’annuncio del decreto di recupero delle somme era stato dato in un vertice del 9 dicembre scorso, mentre la reazione della Carrozza è del 7 gennaio, è altrettanto vero che l’atto di indirizzo per il recupero delle somme è stato firmato dal ministro dell’istruzione a fine dicembre.

E anche questo era noto all’Economia, che ben poteva risparmiarsi, è il ragionamento fatto a viale Trastevere, una nota di recupero di somme che poi dovevano essere restituite. Ma al di là delle responsabilità dei singoli che hanno lavorato sui dossier ministeriali, il fatto politico è che il governo, che aveva annunciato un cambio di rotta sulla scuola, e che almeno sulla carta gode del consenso elettorale del personale scolastico, ha fatto un autogol mediatico. In queste ore in cui si intensificano le voci di un rimpasto di governo, sia il nome della Carrozza che quello di Saccomanni compaiono nella lista dei candidati alla sostituzione, una lista sempre più lunga. Voci, che secondo rumors di palazzo Chigi, sarebbero in entrambi i casi prive di fondamento.

Alessandra Ricciardi

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