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Comitato DSGA – Quello che oggi è andato in scena in Commissione Cultura al Senato è qualcosa di grottesco per uno Stato di diritto

In totale assenza di contraddittorio, infatti, è stato udito il “Movimento Nazionale Facenti Funzione”, che ha dipinto una situazione assolutamente surreale per chiunque abbia un minimo di familiarità col diritto.
Vi è di più, i senatori presenti hanno pensato bene di avvalorare le pretese esposte in tale occasione, generando incredulità in ogni concorsista che ha preso parte alla procedura per la selezione di dsga attualmente in corso.

Si lamenta che il concorso ordinario sia stato poco partecipato: la scarsa affluenza alle prove preselettive è assolutamente fisiologica, succede in ogni concorso che molti inviino la domanda e poi non partecipino effettivamente alle prove. Ma, contrariamente a quanto affermato, i partecipanti sono comunque un numero largamente sufficiente a colmare le carenze non solo attuali, ma anche quelle che si determineranno al 1° settembre 2020, e lo sarebbe anche per gli anni a venire se l’amministrazione decidesse di eliminare l’inutile soglia del 20%, gravante immotivatamente sul bando. A fronte delle 3000 carenze, infatti, sono attualmente in corsa oltre 5000 candidati che hanno già sostenuto le molto complesse prove scritte.
Sarebbe interessante, quindi, comprendere ove vi sia stato il paventato dispendio di denaro pubblico nella procedura in corso.

Si dice, poi, che sarebbe assurdo permettere a chi non ha il titolo di partecipare al riservato quando nell’ordinario ha avuto accesso. Vero, concordiamo. Ma l’errore sta a monte nell’inserire una deroga assolutamente immotivata nella procedura in corso, visto che vi è la legge a disciplinare i titoli di accesso necessari e che questa è scaturita dall’accordo firmato dai sindacati. Accettando l’assurdo della riserva nell’ordinario, che sia chiaro, i concorsisti titolati stanno già valutando di impugnare insieme con le graduatorie finali qualora un facente funzione meramente diplomato scalzi un laureato, una deroga è un’eccezione per definizione, ad applicarla sempre diventerebbe la norma. Avendo avuto accesso ciò che si pretende è meramente una seconda chance, dare pugno in faccia al merito di chi quelle preselettive le ha
superate! Candidamente qualche relatore ammette di non aver neppure preso parte al concorso ordinario nonostante ne avesse avuto l’opportunità. Cosa si può pretendere dopo, se non ci si mette in gioco quando se n’è già avuta la possibilità? A tutti i costi si deve aspettare l’occasione che esclude a monte i concorrenti preparati per poter avere un accesso comodo e preferenziale?

L’assurdo sta nel fatto che si invoca il diritto chiedendo di contravvenire allo stesso. La progressione automatica tra aree è assolutamente contraria alla legge. I facenti funzione hanno avuto il tempo e il modo per prendere il titolo richiesto, non era certo un segreto che occorresse una laurea specifica per accedere al ruolo di dsga. Qui ciò che si chiede, in buona sostanza, è che l’infermiere, avendo supplito il medico, lo diventi a pieno diritto.

Nell’ulteriore merito, poi.

Sulla questione emendamento: il Mef ha, con alta probabilità, rilevato la questione del concorso riservato poiché realizzarne uno ha un costo molto gravoso, a maggior ragione se comporta una duplicazione della spesa, essendo in costanza di una procedura selettiva per le medesima funzione.

Ancora, dopo, sul 50% da riservare agli interni: questo è già stato garantito, non se ne comprende quindi l’invocata lesione; il 30% dalla riserva dell’ordinario e il 20% dalla previsione attualmente prevista nel D.L. in fase di conversione, chiaramente solo PER CHI HA IL TITOLO NECESSARIO, com’è giusto che sia.

Sulla strutturazione del concorso ordinario, in ultimo, non si può non rilevare come questo sia stato più che corretto, la soglia di ammissione è stata determinata dal tasso di partecipazione per singola regione, circostanza più che prevedibile sin dalla formulazione della propria domanda di partecipazione. Qui, piuttosto, sembra che a tutti i costi l’uva debba essere rappresentata acerba quando non lo è. Tutto quanto accaduto, poi, è stato incredibilmente condito da una digressione, assolutamente non impedita né ridimensionata dagli astanti, su chi vincerà il concorso ordinario; rappresentati come novellini alle prime armi, ragazzi e ragazze chiusi nelle stanzette, sconoscitori del mondo fino alla chiamata a ricoprire tale ruolo.

Niente di più lontano dalla realtà: la stragrande maggioranza sono avvocati, commercialisti, professionisti, non certo soggetti inesperienti o arrendevoli come si sta cercando in tutti i modi di fare passare. Parlano del lavoro di dsga come impossibile e gravoso. Siamo lieti di comunicare che i concorsisti hanno TUTTI granvoglia di lavorare ed eccezionale coraggio, non sono certo bamboccioni. Nessuno abbandonerà disperato il posto di lavoro, questo lo possiamo garantire, abbiamo spalle larghe e ossa forti a sufficienza per questo e molto altro. Nessuno andrà via verso altre amministrazioni. Chi ha sostenuto questo concorso lo ha fatto con grande passione e con volontà specifica di ricoprire questo ruolo, non per accaparrarsi ad ogni costo il famoso posto fisso.

Non si può più accettare di ricevere passivamente tali svilimenti con la connivenza della politica che non ha il coraggio di prendere le difese di soggetti che hanno la sola colpa di essere GIOVANI e LAUREATI. Cosa che ha ancor più del surreale se si parla di ambito scolastico.

Adesso i concorsisti ordinari dicono basta, dovesse passare il concorso riservato per i facenti funzione ci ritroveremo a Roma per stracciare le lauree, protesteremo con ogni strumento a nostra disposizione e difenderemo i nostri diritti in tutte le sedi giudiziarie opportune.

Il Comitato spontaneo “Difendiamo il Concorso Dsga”

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