HomeComunicato StampaDECRETO LEGGE 44/2023: INSODDISFACENTE PER I PRECARI SCUOLA, IL COMUNICATO

DECRETO LEGGE 44/2023: INSODDISFACENTE PER I PRECARI SCUOLA, IL COMUNICATO

Precari della scuola sul piede di guerra, non soddisfatti dalle scelte del governo

Il Decreto Legge 22 aprile 2023, n. 44, “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche”, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L’articolo 5 del decreto riguarda le disposizioni in materia di personale del Ministero dell’istruzione e del merito e prevede una serie di misure per la scuola, collegate alla realizzazione del PNRR, nello specifico alcuni aspetti relativi al reclutamento.

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La questione del precariato nella scuola italiana è stata ampiamente discussa dalla politica negli ultimi mesi, con oltre 150.000 precari soltanto nella scuola. Le proposte di legge presentate avevano fornito una speranza alle migliaia di docenti che vivono da anni la condizione di precarietà, ma il Decreto Legge 44/2023 ha deluso le aspettative.

Il Ministero dell’istruzione e del merito ha annunciato un sistema di reclutamento che altro non è che un concorso ordinario definito impropriamente dagli “addetti ai lavori” riservato o straordinario ter. Il concorso prevede, come requisiti di partecipazione, tre anni di servizio negli ultimi cinque, di cui uno specifico nella materia per cui si concorre, o i 24 CFU conseguiti entro il 30 ottobre 2022. Questo sistema non tiene conto della annosa condizione di precarietà della classe docente dovuta alla mancanza di attivazione di percorsi abilitanti e di concorsi, avvenuti soltanto nel 2021 e nel 2022 per pochi posti.

Il Comitato “Precari Uniti per la Scuola” ritiene che tale modalità non rappresenti affatto la soluzione del problema del precariato, poiché equipara, ai fini della partecipazione, chi si è appena laureato e chi da anni porta avanti la scuola con contratti a tempo determinato. Non viene considerato il fatto che i docenti precari hanno svolto lo stesso ruolo al fianco dei docenti a tempo indeterminato, ma con diritti compressi.

Inoltre, il Ministero dell’istruzione e del merito ha stabilito una disparità di trattamento tra i docenti di sostegno e i docenti di materia. I primi potranno accedere ai percorsi di specializzazione su attività di sostegno senza effettuare alcuna prova selettiva in ingresso, a coloro che abbiano svolto tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno, oltre ai titoli accademici previsti. Al contrario, i docenti precari di materia che hanno maturato tre anni di servizio non potranno accedere ai futuri corsi abilitanti da 60 CFU senza preselezione, e questa differenziazione è inspiegabile.

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Il Comitato ritiene necessario l’immediato riconoscimento dei titoli di specializzazione e abilitazione U.E. e l’inserimento dei 13.000 docenti in possesso di titoli comunitari nella I fascia GPS, a pettine, seppur in attesa di riconoscimento, e che venga eliminata la disposizione relativa alla risoluzione contrattuale in caso di mancato riconoscimento, nelle more dell’attività di valutazione del Ministero.

Infine, il Comitato “Precari Uniti per la Scuola” ritiene indispensabile l’introduzione del sistema di un doppio canale di reclutamento, parallelo ai concorsi ordinari, che coinvolga anche la II fascia GPS, riservato ai triennalisti, e che l’accesso ai prossimi percorsi abilitanti da 60 CFU sia consentito a tutti i docenti che abbiano maturato tre anni di servizio su materia, senza selezione in ingresso, senza numero chiuso e senza obbligatorietà di un contratto in essere.

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