L’Italia si conferma tra i Paesi con il cuneo fiscale più alto al mondo, a confermarlo è il rapporto OCSE 2025. Con una pressione fiscale del 47,1% sul costo del lavoro, il nostro Paese si posiziona al quarto posto, superato solo da Belgio, Germania e Francia. Tuttavia, il salario netto italiano rimane particolarmente basso se messo a confronto con quelli degli altri paesi UE, evidenziando un sistema inefficiente e penalizzante per i lavoratori.
Per ogni euro speso dalle imprese italiane in costo del lavoro, solo 68 centesimi finiscono nelle tasche dei lavoratori, contro una media OCSE di 86 centesimi. Questo squilibrio riduce il potere d’acquisto delle famiglie italiane e limita anche la competitività economica del Paese.
Particolarmente colpiti sono i lavoratori single e i genitori monoreddito, che non beneficiano di vantaggi fiscali significativi rispetto alla media OCSE. Una riforma del cuneo fiscale è ormai improcrastinabile in modo da permettere una maggiore equità e sostenibilità del sistema, oltre che per incentivare l’occupazione migliorando la qualità della vita dei cittadini. Un intervento mirato potrebbe rappresentare una svolta per l’economia italiana.
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