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 All’ IC “G. Falcone” di Rende Quattromiglia, presso il Palazzetto dello Sport, si è parlato di Bullismo e cyberbullismo

Bullismo e cyber bullismo, se ne parla a Rende all’ IC “G. Falcone” di Rende Quattromiglia in collaborazione con la stazione locale dei carabinieri

Inarrestabile è il susseguirsi di attività e progetti dentro e fuori le aule dell’IC “G. Falcone” di Rende Quattromiglia e numerosi sono stati i temi trattati, sfaccettature e prospettive per leggere in modo innovativo il passato, ma anche per acquisire consapevolezza del presente e preparasi in maniera adeguata al futuro.

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Il 26 maggio del 2023, il Dirigente Antonio Iaconianni, per la prima volta, ha predisposto che tutti gli alunni, di tutti i plessi, si riunissero presso il Palazzetto dello Sport per partecipare ad una conferenza sul bullismo e sul Cyber bullismo organizzata in collaborazione con  i militari della caserma dei Carabinieri di Rende.

Referenti e organizzatori del progetto e di questo incontro conclusivo sono state le prof.sse Marida Napoli e Maddalena Pace, le quali, da anni, oramai, sono impegnate sul fronte dell’informazione e della formazione legata a questi argomenti. Le due insegnanti, infatti, non si sono fermate mai, neanche negli anni in cui siamo stati afflitti dal Covid e dalle limitazioni del periodo pandemico che, purtroppo, hanno ostacolato la socializzazione e, semmai, hanno incrementato simili fenomeni.

Tuttavia, le due docenti Napoli e Pace, hanno continuato a perseguire il loro impegno didattico e sociale attraverso numerose video conferenze e, puntualmente, hanno invitato esperti del settore ad intervenire e a parlare con i “nostri” alunni portando esempi concreti di fatti reali e costruendo verità oggettive nelle coscienze dei più giovani. 

La parola bullismo deriva dall’inglese “bullying”, che, a sua volta, nasce dal sostantivo bull “toro”.  L’immagine del toro ha un forte valore simbolico e sacrale che fa, di questo animale, uno dei più venerati della storia dell’umanità.

 

Si ricordi l’episodio biblico riguardante il vitello d’oro: il popolo ebraico, in attesa del ritorno di Mosè, costrinse il sacerdote Aronne a costruire un’immagine a forma di toro da poter adorare in attesa che il profeta ricevesse, sul Monte Sinai, le Tavole dei Dieci Comandamenti; ma, anche nella civiltà mesopotamica e in quella indiana, si parla del toro attraverso innumerevoli incarnazioni di stampo culturale e religioso senza trascurare che, nella mitologia greca , Zeus assumeva spesso l’aspetto del toro come espressione massima di forza e bellezza.

 

Il mondo concettuale legato a questo animale è talmente ricco ed esteso da sopravvivere fino ad oggi nella costellazione del Toro e nel suo significato astrologico il quale bene esprime anche le contraddizioni presenti nel mito e nelle leggende che si sono susseguite, ad ogni latitudine, nel corso del tempo e che sono bene espresse dal famoso mito del Minotauro, nato dall’unione della ninfa Pasifae, moglie di Minosse, re di Creta, e del Toro di Creta, un toro di dimensioni enormi che aveva la capacità di soffiare fuoco dalle narici e la cui cattura fu la settima delle dodici fatiche di Eracle.

Il Minotauro era un mostro feroce con il corpo di un uomo e la testa taurina che, ogni anno, divorava sette ragazzi e sette ragazze, come orribile tributo della vittoria ottenuta da Minosse sulla città di Atene.

 

Quella del Minotauro che si nutriva ripetutamente, in un macabro e puntuale rituale, dei giovani ateniesi è senz’altro l’accezione più oggettiva e significativa del valore che ha assunto, nell’epoca contemporanea, il termine bullismo, espressione di una piaga sociale dei nostri giorni, studiata, per la prima volta, nel 1978, in Norvegia, dallo psicologo svedese Dan Olweus al fine di indicare quei fenomeni di prepotenze tra pari che egli aveva individuato come emergenti.

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Nove anni dopo, nel 1987, il fenomeno del bullismo appariva in molte riviste scientifiche e identificava, nella scuola, il luogo dove maggiormente dilagava questa forma di violenza. Nei primi anni del duemila, le azioni di bullismo si sono estese nei più insidiosi luoghi virtuali del Web creando un’estensione del problema attraverso il Cyber bullismo.

 

Le motivazioni che hanno sviluppato simili forme di prevaricazione, sono difficili da individuare e, spesso, hanno origini profonde legate a problemi di gestione della rabbia. Il luogotenente Antonio Di Vasto, della Caserma dei Carabinieri di Rende, data la complessità ed attualità del tema trattato, ha ritenuto opportuno arricchire il progetto accettando di intervenire nell’evento del 26 maggio

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