HomeComunicato StampaMutui trentennali, Sforzini lancia l’allarme: «È schiavitù finanziaria, non ripresa»

Mutui trentennali, Sforzini lancia l’allarme: «È schiavitù finanziaria, non ripresa»

Nel primo trimestre 2025 boom di richieste di mutui, ma Rinascimento denuncia: "Il cittadino medio è prigioniero del debito per un tetto sopra la testa"

Italia, maggio 2025 – I dati parlano chiaro: nel primo trimestre dell’anno le richieste di mutui in Italia sono aumentate del 22,4%, con un sensibile incremento dell’importo medio richiesto. Una tendenza che molti analisti interpretano come segnale positivo per il mercato immobiliare e per l’economia in generale. Ma c’è chi solleva una voce fuori dal coro.

Luca Sforzini, imprenditore culturale, proprietario del Castello di Castellar Ponzano e leader del movimento politico e culturale Rinascimento, denuncia una realtà ben diversa: «Il mutuo trentennale è una prigione con il tetto. È il nuovo volto della schiavitù moderna, travestita da sogno borghese».Sforzini punta il dito contro un sistema che imprigiona le persone in una catena di debiti a lungo termine, togliendo valore al lavoro, al merito e alla libertà personale. Secondo il fondatore di Rinascimento, oggi l’acquisto della casa non rappresenta più una conquista personale, ma un meccanismo finanziario standardizzato che genera dipendenza.«Lo Stato – afferma – non aiuta a costruire libertà, ma rafforza la dipendenza attraverso tasse patrimoniali, burocrazia edilizia, bonus temporanei e garanzie pubbliche che anestetizzano l’iniziativa individuale».

La proposta di Rinascimento: un nuovo umanesimo abitativo

Il movimento propone una vera e propria rivoluzione liberale e culturale, con misure concrete per restituire ai cittadini la proprietà consapevole e libera della casa:

  • Abolizione dell’imposizione fiscale sulla prima casa;
  • Semplificazione normativa per recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente;
  • Fine della retorica della “casa pubblica”, in favore del ritorno alla casa come frutto di conquista personale;
  • Liberalizzazione del mercato immobiliare da logiche stataliste e assistenzialiste.

«Il cittadino non è un cliente da gestire, ma il centro della civiltà. Dobbiamo tornare a costruire case con le mani e con l’anima, come i nostri padri. La casa è un atto di libertà, non un prestito da scontare per tutta la vita» – conclude Sforzini.

La riflessione lanciata da Rinascimento invita a ripensare profondamente il modello abitativo italiano, proponendo una visione dove la casa torna a essere simbolo di libertà e identità, non di schiavitù finanziaria.

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