Negli ultimi giorni, il Governo Meloni ha introdotto due misure che stanno sollevando forti preoccupazioni nel mondo accademico e della ricerca. Lunedì, il Consiglio dei Ministri ha approvato una riforma del reclutamento universitario, mentre martedì la Commissione Cultura del Senato ha dato il via libera a un emendamento che introduce nuove modalità contrattuali per i ricercatori.
Secondo Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi Sinistra, queste decisioni rappresentano un duro colpo per il futuro della ricerca italiana. La riforma elimina l’Abilitazione Scientifica Nazionale e introduce incarichi postdoc e di ricerca con condizioni meno vantaggiose rispetto agli attuali assegni di ricerca.
Questi interventi, sottolinea Piccolotti, vanno interpretati nel contesto dei tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario, pari a 1,3 miliardi di euro tra il 2024 e il 2027. Tali misure rischiano di innescare una “grande espulsione” di ricercatori dal Paese, compromettendo la competitività degli atenei italiani.
La deputata conclude interrogandosi sul futuro delle politiche italiane in un’epoca dominata dall’innovazione tecnologica e dalle sfide globali, come l’intelligenza artificiale e la crisi climatica.
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