Ieri ho parlato della “mutazione antropologica” dell’insegnante italiano, una visione apocalittica ma non certo irreale, i segnali si cominciano già a vedere per chi li sa e li vuole cogliere nella scuola 4.0 come prevista dal PNRR.
Ieri in un altro articolo mettevo in evidenza altresì quella che sarà la sempre crescente debolezza dei nostri insegnanti come soggetto politico – sindacale e di pari passo la debolezza dei sindacati di categoria che saranno messi da parte dai governi neo liberali siano essi conservatori come l’attuale sia progressisti con una scuola diretta dal mercato e per il mercato.
Agli insegnanti , ridotti nel numero, saranno sottratti sempre più diritti sindacali e come dicevo la nuova funzione dell’ insegnante sarà a metà strada tra un tecnico di laboratorio e un bidello giustifichera’ i bassi salari che saranno ancora più contenuti.
Oggi voglio mettere in evidenza brevemente un altro aspetto non secondario legato al management della nuova scuola.
Le scuole aumenteranno le loro dimensioni e saranno ridotte nel numero, ci dovremo abituare a scuole che potranno avere la grandezza di un intero ambito territoriale.
Lo spunto lo prendo dalla querelle che si accende nelle scuole in questi giorni per le attività aggiuntive tra procacciatori di incarichi, rinunciatari e tutto quanto poi ne consegue.
Nella nuova scuola non ci saranno più incarichi aggiuntivi, non sarà necessario distribuirli tra gli insegnanti, ci saranno docenti che usciti dal loro ruolo svolgeranno funzioni esclusivamente organizzative gestionali nelle nuove mega scuole dell’autonomia scolastica.
Tra qualche anno avremo sicuramente il middle management, sarà inevitabile e anche qui chi sa cogliere i segnali non può convenire con quanto dico, faccio che del middle management si parla con insistenza da anni, ci sono associazioni di collaboratori, coordinatori, figure di Staff, e lo sostiene il sindacato più potente, l’ ANP, il sindacato dei DS legato alla Confindustria.
Libero Tassella SBC
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