HomeComunicato StampaDocenti in Cattedra a Settembre: Speranze e Perplessità della UIL

Docenti in Cattedra a Settembre: Speranze e Perplessità della UIL

La UIL non crede alle parole del ministro

Il Segretario Generale della UIL Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, ha espresso speranze e perplessità riguardo alla promessa del Ministro di vedere tutti i professori in cattedra a settembre. Nonostante l’auspicio di vedere tale promessa concretizzarsi, D’Aprile è preoccupato per alcuni sviluppi recenti.

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D’Aprile ha dichiarato all’Adnkronos: “Auspichiamo che le promesse del ministro, a settembre tutti in cattedra, si possano concretizzare. Tuttavia, i recenti avvenimenti ci lasciano perplessi: dai primi dati che emergono, la call veloce non è bastata per coprire tutti i posti liberi per il personale docente, soprattutto sul sostegno, in quanto i colleghi sono stati scoraggiati per il blocco triennale sulla mobilità previsto dalla normativa vigente.”

Uno dei problemi evidenziati riguarda la call veloce, che non ha pienamente soddisfatto la necessità di coprire tutte le posizioni libere, specialmente per quanto riguarda il personale docente di sostegno. Questo è dovuto in parte al blocco triennale sulla mobilità, che ha scoraggiato molti insegnanti dall’aderire a queste chiamate.

D’Aprile ha continuato a spiegare che gli esiti delle operazioni informatizzate relative alle immissioni in ruolo sono stati pubblicati, ritirati e successivamente ripubblicati in diverse regioni, causando notevoli ritardi nelle operazioni successive.

La situazione degli insegnanti precari è ulteriormente complicata dal fatto che a settembre ci saranno ancora oltre 200mila supplenti, un fatto che mette a rischio la continuità didattica per gli studenti, una priorità molto discussa nel settore dell’istruzione.

La UIL Scuola Rua propone diverse soluzioni per affrontare questa situazione. Tra queste chiuse, c’è l’apertura del numero nelle università per la specializzazione nel sostegno, l’utilizzo di tutte le graduatorie già esistenti, comprese le GPS di fascia, e la trasformazione dei posti dall’organico di fatto all’organico di diritto. D’Aprile sottolinea anche la necessità di una legge che sblocchi le assunzioni per il personale ATA.

Il costo di stabilizzare 250mila precari è stimato in 180 milioni di euro, circa 715 euro per ogni precario. D’Aprile conclude sottolineando che la chiave per risolvere questi problemi è la volontà politica, e la sua organizzazione continuerà a rivendicare soluzioni concrete e rapide per garantire una situazione più stabile e adeguata nel settore dell’istruzione.

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