Secondo le previsioni del PNRR, la scuola italiana sarà interessata da un nuovo dimensionamento così previsto dall’art. 99 “Misure per la definizione e riorganizzazione del sistema della rete scolastica italiana” della legge di bilancio in discussione alla Camera.
Nel PNRR è stabilito, infatti, che il riconoscimento dell’autonomia scolastica deve fondarsi su un parametro omogeneo nazionale fondato sull’andamento demografico.
La riforma – conseguente all’approvazione del PNRR – non dovrebbe comportare la chiusura di plessi scolastici ma certamente l’aumento del numero di plessi per diverse (tante?) istituzioni scolastiche.
Secondo la proiezione del MIM la riduzione delle autonomie scolastiche sarà di 583, un numero inferiore rispetto alle previsioni avanzate dai sindacati e molte scuole oggi in reggenza con la previsione del dimensionamento perderanno la loro autonomia.
Si tratta – per lo Stato e sotto la responsabilità delle Regioni – di raggiungere il triplice obiettivo di ridimensionare il problema certamente oggi insostenibile delle reggenze, di ridurre le scuole autonome sulla base dell’andamento demografico e di risparmiare conseguentemente risorse relative alla dirigenza e al personale amministrativo in genere.
Chi subirà il dimensionamento – seppur graduale – a partire dall’AS 2024-2025?
Le Regioni con proiezioni di decrescita demografica che, per ragioni più o meno di natura politica, in questi anni non hanno voluto ponderare oculate scelte fondate su un dimensionamento ragionevole e sostenibile nei grandi centri urbani o tra comuni territorialmente non distanti tra loro. Come dire, per queste Regioni sembra essere finita la pacchia!
Nella definizione del dimensionamento (per alcuni sono solo tagli, per altri scelte di programmazione con conseguente razionalizzazione della rete scolastica) il ruolo fondamentale è assegnato alla Conferenza delle Regioni che è tenuta a trovare un accordo con il Ministero sui numeri delle autonomie scolastiche “lasciate in vita” in ciascuna regione. E – come la spada di Damocle – in caso di mancato accordo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito di intesa con il MEF procedono al dimensionamento.
Quindi, a partire dall’AS 2024-2025 avremo meno scuole autonome ma sempre più complesse con almeno 900 alunni, con molti plessi e più personale da gestire, relazioni interne ed esterne certamente più complicate (si pensi agli enti locali, all’associazionismo, ai partner, alle reti di scopo), la necessità di procedere a fusioni di realtà scolastiche probabilmente oggi molto diverse tra loro per utenza e territorialità, la conseguente sintesi con un nuovo PTOF tra le diverse identità scolastiche, la gestione della sicurezza e delle emergenze oggi gravi criticità nelle scuole italiane.
Per questa ragione, il tema del middle management scolastico va posto OGGI contestualmente a quella del nuovo dimensionamento poiché mentre per la scuola autonoma si continua ad accrescere la sua complessità non può permanere lo stato di precarizzazione della sua governance.
Un nuovo modello più efficiente di scuola autonoma deve fondarsi su una nuova struttura organizzativa nella quale occorre dare “visibilità contrattuale” alla componente intermedia attraverso la riconosciuta distribuzione del lavoro e la condivisione delle responsabilità.
“In questa prospettiva – dichiara il Presidente di Ancodis Rosolino Cicero – non si può eludere il tema dell’innovazione della governance scolastica e, a fronte di una sempre maggiore complessità, occorre riconoscere contrattualmente la componente intermedia che collabora con il dirigente scolastico nel funzionamento organizzativo e didattico”.
“Nell’auspicio che il programmato dimensionamento della rete scolastica non arrechi danni alle comunità scolastiche e ai territori interessati e sia davvero limitato negli effetti, occorre prevedere – conclude Cicero – nel prossimo CCNL l’area del Middle management scolastico e utilizzare le risorse provenienti dal risparmio del dimensionamento – che nota certamente positiva resteranno nella disponibilità del Ministero – per riconoscere anche il lavoro di queste figure professionali senza le quali la scuola autonoma non potrebbe assolvere in modo efficiente e con efficacia al suo ruolo istituzionale. In questo confidiamo nell’atto politico del Ministro, nella lungimiranza delle forze politiche e nella responsabilità delle organizzazioni sindacali. Ancodis da parte sua è pronta al confronto”.
Ancodis
L’ANCoDiS è l’Associazione che sostiene il riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei DS e delle Figure di sistema che lavorano nelle autonome Istituzioni scolastiche.
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