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Il DPCM 60 CFU non piace ai precari, ecco la lettera indirizzata al Ministro

No alla mercificazione del lavoro, no ai 60 CFU, la protesta dei precari

Gent.ma redazione,
di seguito inoltriamo la lettera indirizzata al ministro Valditara e a diverse commissioni parlamentari, condivisa e inviata da numerosi gruppi di docenti, presenti in diverse città italiane e unitisi spontaneamente tramite i vari social.
Vi chiediamo la cortesia di pubblicarla e di dar voce alla nostra istanza.
Abbiamo intenzione anche di scrivere al Parlamento Europeo, onde denunciare questa mercificazione dell’istruzione a seguito del DPCM 60 CFU.

Grazie in anticipo

Cordiali Saluti

Sentenza non eseguite da parte il Ministero dell’Istruzione, il TAR chiama direttamente in persona il Direttore generale del Ministero.

Onorevole Ministro Valditara,

premessa fondamentale al testo che seguirà è che, ad oggi, possiamo dire di ritenerci tutti uniti nelle nostre intenzioni, dai precari storici ai neolaureati, da chi nella scuola ci lavora da anni e nella scuola ha investito già il proprio futuro a chi verso la scuola vorrebbe invece indirizzare le proprie energie, il proprio tempo e la propria passione.
La classe docente di questo Paese è risoluta e coesa, dunque, nel rifiuto dell’ attuale sistema che mortifica, precarizza ed esclude coloro che hanno inteso o intendono dedicarsi all’educazione delle nuove generazioni.

La pericolosa cultura del lavoro che si sta diffondendo ruota intorno al concetto di normalizzazione della precarietà: eppure l’articolo 4 della nostra Costituzione sancisce che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Inoltre l’articolo 34 della Costituzione ribadisce che “La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

Infine l’ articolo 53 della Costituzione stabilisce che: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Infine, l’art.4 comma 1 della Direttiva 70 del 1999 che impone l’assunzione a tempo indeterminato per chi ha maturato un contratto superiore a 3 anni.

Ebbene, riteniamo che il nuovo DPCM relativo ai 60 CFU tradisca questi importanti principi, colonne portanti della democrazia e che, al contrario, determini condizioni assolutamente discriminatorie ed escludenti. Riteniamo, inoltre, che questi percorsi debbano essere gratuiti o avere costi molto ridotti e non imposti per l’ ottenimento di un contratto.

Queste le nostre principali considerazioni al riguardo:

Le modalità di conseguimento di questi crediti formativi sono state concepite senza considerare lo status di lavoratori, spesso precari, dei destinatari del provvedimento.

Molti di noi infatti svolgono altri lavori, con turni che impegnano gran parte della giornata e hanno famiglia, per questo chiediamo che la modalità asincrona di fruizione delle lezioni, sia estesa a tutti i percorsi.

I colleghi con molti anni di precariato all’attivo saranno costretti a nuovi investimenti formativi ed economici per confermare il proprio diritto ad esercitare nell’istituzione scolastica.

Questo a svantaggio di tutti coloro che non potranno sostenere le spese di un corso di formazione e che non garantirà l’immediata immissione in ruolo.

Per questi motivi, Ministro, Le chiediamo una sostanziale modifica del decreto, affinché si promuova la creazione di canali paralleli di accesso all’esercizio della professione, evitando così l’ esclusiva dipendenza del lavoro dall’ attuale proposta formativa, acciocché non sia questa l’unica alternativa per i lavoratori di questo settore, e venga preservata la molteplicità dei canali di reclutamento che hanno sempre caratterizzato questa professione.

Domandiamo sia data possibilità reale a tutti, senza discriminazione alcuna, di scegliere liberamente in quale direzione indirizzare i propri sforzi, le proprie risorse, le proprie aspettative.

Le chiediamo altresì una particolare attenzione per coloro che sono definiti “precari storici”, perché abbiano il giusto riconoscimento del lungo lavoro svolto, mediante lo scorrimento delle GPS.
Un tavolo di confronto tra coloro che vivono la scuola e i rappresentanti dell’Istituzione è da noi fortemente auspicato.

Certi che valuterà attentamente le nostre istanze, La ringraziamo e Le porgiamo i nostri rispettosi saluti.

Istituzione del doppio canale per le immissioni in ruolo, raccolte le firme

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