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L’algoritmo GPS sbaglia ad assegnare la supplenza, Ministero condannato a risarcire il precario

IL TRIBUNALE DI BUSTO ARSIZIO ACCERTA L'ILLEGITTIMO FUNZIONAMENTO DELL'ALGORITMO CHE GESTISCE LE GPS E CONDANNA IL MINISTERO ISTRUZIONE AL RISARCIMENTO DEL DANNO. ACCOLTO IL RICORSO DELLO STUDIO LEGALE NASO & PARTNERS.

La giurisprudenza di merito e amministrativa formatasi sul punto afferma, in maniera oramai consolidata, che l’utilizzo nell’azione amministrativa di un sistema basato sull’algoritmo non è di per sé illegittimo purché siano assicurati:

a) la piena conoscibilità a monte del modulo utilizzato e dei criteri applicati;

b) l’imputabilità della decisione all’organo titolare del potere, il quale deve poter svolgere la necessaria verifica di logicità e legittimità della scelta e degli esiti affidati all’algoritmo;

c) la verifica e la sindacabilità in sede giurisdizionale dei dati immessi e dei criteri utilizzati.
Nel caso in esame una docente, a causa di un errore addebitabile all’algoritmo di cui l’Amministrazione scolastica non si era avveduta, avendo omesso di svolgere la dovute verifiche circa il corretto funzionamento della procedura, non era stata destinataria di incarico con il Bollettino delle nomine essendo stati attribuiti incarichi di supplenza annuale (al 31.8 o al 31.6) a docenti come lei iscritti nelle GPS ma in possesso di un punteggio inferiore al suo.

Pertanto la predetta docente si è rivolta allo Studio Legale Naso & Partners al fine di tutelare i propri diritti dinanzi al Tribunale del Lavoro.

All’esito dell’udienza del 23 novembre 2022, il Tribunale di Busto Arsizio ha pertanto integralmente accolto il ricorso così stabilendo:

-dichiara l’illegittimità della condotta del Ministero dell’Istruzione consistita nell’aver attribuito incarichi di supplenza annuale in favore di docente con punteggio inferiore rispetto a quello della ricorrente;

– dichiara il diritto della ricorrente a ricevere in virtù del maggior punteggio posseduto e, per l’effetto,

– ordina all’Amministrazione resistente di conferire alla ricorrente, ora per allora, l’incarico annuale predetto;

– dichiara il diritto della ricorrente ad ottenere il risarcimento per tutte le retribuzioni maturate e non percepite a seguito della mancata stipulazione del contratto, per un importo complessivo lordo pari ad euro 21.850,52.

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