HomeComunicato StampaSBC: MATURITÀ VECCHIA O NUOVA?

SBC: MATURITÀ VECCHIA O NUOVA?

Esame di Stato finale del Secondo Ciclo di Istruzione altrimenti detto Maturità è certamente, o per lo meno dovrebbe essere, una prova fondamentale per tutti i discenti del quinto anno delle Scuole Secondarie di Secondo Grado.

A prima vista lo è anche in realtà, visto e considerato che il Ministro dell’Istruzione pro-tempore sente la necessità di emanare annualmente un’ordinanza che ne disciplini l’ordinato svolgimento.

Quest’anno, in coerenza con quanto fatto lo scorso anno scolastico, la prova d’esame consiste in un’unica prova orale ai sensi dell’art. 18, comma 1 dell’Ordinanza Ministeriale del 3 marzo 2021, n. 53 rubricato “Articolazione e modalità di svolgimento del colloquio d’esame”.

Ora, il termine “colloquio” dovrebbe essere sinonimo di “parlare”, “dialogare” e, quindi, di un qualcosa che per la sua attuazione richiede l’uso della parola ossia è un qualcosa che avviene in forma orale che è l’esatto contrario dello scritto.
L’elaborato – non tesina, quale differenza – voluto dal Ministro pro-tempore non può essere considerato alla stessa stregua di una prova scritta fatta in presenza e ciò per una serie di motivi, quali, ad esempio, possono essere:
1. L’argomento è deciso dai docenti delle discipline caratterizzanti;
2. La sua stesura avviene con molto tempo a disposizione (circa un mese);
3. Per la sua stesura lo studente può utilizzare mezzi e strumenti che altrimenti non avrebbe a disposizione;
4. Viene esposto solo oralmente.

Nonostante si auspicasse la multidisciplinarietà dell’elaborato, in molti casi, probabilmente, sarà ridotta alle sole discipline caratterizzanti l’indirizzo di studio perché non è sempre possibile collegare l’argomento assegnato a tutte le materie di studio.

Ciò nonostante, i Consigli di Classe hanno svolto in modo estremamente responsabile e coerente con l’O.M. la funzione loro assegnata. L’affermazione del Ministro secondo la quale come tema avrebbe assegnato i primi tre articoli della Costituzione, è suggestiva, ma non praticabile.

Come si potrebbe, ad esempio, trattare l’art. 1, comma 2 Cost. che testualmente recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” se le discipline caratterizzanti fossero Informatica ed Elettronica oppure Laboratorio Servizi Enogastronomici – Cucina e Scienze e Cultura dell’Alimentazione?

Una prova scritta – con la S maiuscola – è e rimarrà sempre e soltanto quella svolta in presenza come succedeva in periodo pre-pandemico dove, in un tempo limitato (dalle 6 alle 8 ore), senza supporti tecnologici o di altro genere, venivano testate le conoscenze acquisite e la capacità di applicarle da parte degli studenti in contesti non noti anche mediante il ricorso alla sana improvvisazione, un’arte che dovrebbe essere nel bagaglio di ciascuno.

Affermare, come ha fatto il Ministro dell’Istruzione attuale, che l’elaborato equivale alla prova scritta è un non-sense fattuale.

A questo punto mi sorge spontanea una domanda: un’unica prova orale non è discriminatoria verso chi riesce meglio ad esprimersi attraverso lo scritto?

Perché è innegabile che ciascuno di noi mette in evidenza le sue capacità, le sue abilità, le sue conoscenze in modi diversi ed escluderne uno vuol dire privarlo di un mezzo per ottenere quei risultati che dovrebbero essere auspicati per tutti i “maturandi”.

Ma veramente si ritiene che un siffatto esame risponda alle esigenze di valutazione degli apprendimenti in modo pieno e corretto di studenti che hanno fatto un percorso quinquennale per ottenerli?
Inoltre, viene anche da chiedersi: perché ogni Ministro deve modificare qualcosa quando si tratta di Istruzione?

Perché l’Esame di Stato non può rimanere fisso nella sua composizione (scritto di Lingua e letteratura italiana, scritto sulle materie caratterizzanti e prova orale) senza doverlo stravolgere ogni anno, a parte questi due anni scolastici il cui andamento è stato pesantemente influenzato dall’evento epidemiologico?

Si richiede anche di parlare della propria esperienza di PCTO, ma in assenza di una vera e propria esperienza di stage, che significato ha una sua esposizione visto e considerato che le ore relative sono state effettuate mediante attività d’aula (fisica o virtuale che sia)?

Auguriamoci che una volta uscito di scena il virus, la scuola torni alla normalità, maturità compresa. Nella speranza non venga resa definitiva questa variante dell’Esame di Stato che, a mio parere, è fortemente limitativa delle capacità espressive degli studenti.

Per favore, Ministro, torniamo tutti sul pianeta Terra e non cerchiamo di imitare Asimov nella sua Trilogia dei Robot.

Per realizzare concretamente certe idee nel mondo della Scuola sono necessarie alcune pre-condizioni:
1. Edifici solidi e messi realmente in sicurezza;
2. Adeguamento tecnologico a tutti i livelli;
3. Software adeguati per l’indirizzo di studi;
4. Personale remunerato adeguatamente;
5. Organici completi dall’inizio dell’anno scolastico e non a dicembre.
Sarà mai possibile tutto ciò? Viste le premesse, sicuramente non lo sarà dall’imminente anno scolastico di prossimo inizio.
Historia magistra vitae diceva Cicerone, cerchiamo di non disperdere la saggezza dei Romani perché all’uomo irrazionale interessa solo avere ragione; all’uomo razionale interessa imparare diceva Popper.

Federico Viviani SBC

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