Ieri ho ascoltato alle 17.00 la lunga maratona sui vincoli nella mobilità con i sindacati Cisl Scuola ( unica firmataria e che doveva difendere le ragioni di una firma da tempo promessa all’amministrazione) e la Gilda Unams ( non firmataria insieme a Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Snals Cinfsal) e che doveva spiegare con forza e argomentazioni le ragioni della non firma, ma sembrava che più che spiegare le ragioni della non firma, i sindacalisti Gilda Unams ( Di Meglio, Toraldo) stessero lì a giustificare la non firma, non c’ è stato tempo per… et similia.
Ne sono uscito da questa diretta , da esperto sui problemi dei vincoli nella mobilità e di mobilità in generale , a dir poco esterrefatto, pensando ai docenti che dovranno subire questo CCNI.
Mi aspettavo un dibattito contrastivo tutto costruito sulla dialettica delle posizioni , invece mi sono trovato davanti a un minuetto salottiero in cui i sindacalisti convenuti si scambiavano complimenti vicendevolmente, ci mancavano solo il te’ e i pasticcini, data l’ora.
Il CCNI relativo alla mobilità, in assenza di CCNL 19/21, e questo non per colpa delle OOSS, doveva essere limitato ad un solo anno scolastico ( 22/23) e non poteva normare la materia della mobilità per l’intero triennio.
Il sistema elaborato in modo consociativo dalla Cisl Scuola e dal Governo, durante la lunga mobilitazione sindacale, una grave scorrettezza non denunciata con forza dai due sindacalisti non firmatari presenti , non fa altro che posticipare di un solo anno tutti i vincoli previsti dalla 106/2021,e che restano a espletare i loro effetti ivi compresi quelli relativi alle Utilizzazioni e alle Assegnazioni Provbisorie, disimpegnando governo e parlamento da un necessario intervento parlamentare che invece per noi resta una priorità.
Si va a peggiorare con un CCNI su una materia su cui si poteva contrattare non rompendo l’unità del fronte sindacale.
Ma il massimo per me è stato quando, durante la diretta, si è parlato dei trasferimenti da posto di sostegno a posto comune.
L’amministrazione in assenza di CCNL non poteva far nulla, non esiste al momento la classe di concorso sostegno, ( dall’intervento contrattuale abbiamo capito che invece presto esisterà) quindi il MI non avrebbe potuto inserire la materia del trasferimento da posto comune a sostegno nell’articolato, invece lo ha fatto e ha trattato la materia alla stregua di un passaggio, prevedendo aliquote a partire dal 24/25 ( 75% e poi 50%), imponendo così di fatto dopo il quinquennio di permanenza ulteriori vincoli non territoriali ma quantitativi, non tenendo conto che l’insegnamento su sostegno a lungo andare logora.
Che dire poi della mancata valutazione del servizio non di ruolo come il servizio di ruolo nei trasferimenti d’ufficio, lì sembrava di non essere al cospetto di un sindacalista ( il sindacalista Cisl che giustificava la firma) facente parte della delegazione trattante, suppongo un tecnico, ma di un burocrate di viale Trastevere.
E la sua interlocutrice che ammiccava facendo riferimento senza nominarlo a un sindacato che si era messo di traverso, dicendo, non dicendo.
E infine i rimandi zuccherosi, come Tizio sa, come Caio conosce con cui abbiamo lavorato fianco a fianco al tavolo seduti vicini vicini, i quattro sindacalisti sembravano dei buoni amiconi che si ritrovavano seduti al bar con caffè , cornetti e maritozzi a parlare di trasferimenti e vincoli senza scomporsi più di tanto, tanto loro sono in esonero e non sono soggetti al pendolarismo coatto.
E ancora quell’andare via prima della fine dalla diretta per pregressi impegni, ( Sic!!), mi attende un impegno, una formula ormai di rito come per i politici, ma che impegni hanno mai?
Non intervengano a una diretta se hanno altri impegni nel rispetto di chi li segue e di chi chiede informazioni.
Resto esterrefatto ma anche disgustato.
Se questi sono i sindacalisti che vanno a trattare con i funzionari al MI, allora i conti tornano.
Libero Tassella SBC
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