Roma, 26 giugno – La questione dei precari negli enti di ricerca italiani torna al centro del dibattito con un presidio organizzato da FLC-CGIL e Precari Uniti CNR, al quale ha partecipato anche Antonio Caso, capogruppo M5S in Commissione Cultura alla Camera.
Caso ha ribadito la necessità di affrontare in modo strutturale il problema dei lavoratori precari nel settore della ricerca pubblica. “Non possiamo continuare a utilizzare i ricercatori come forza lavoro a termine, per poi abbandonarli una volta conclusi i progetti finanziati con risorse europee”, ha dichiarato. La mancanza di stabilizzazioni e investimenti adeguati rischia di compromettere le competenze e il know-how italiano, con ripercussioni sulla credibilità internazionale del Paese.
Il recente annuncio di 160 milioni di euro in tre anni per università e ricerca, secondo Caso, non rappresenta un vero investimento aggiuntivo, ma un semplice rimpiego di fondi già esistenti. “Nulla che possa realmente garantire stabilizzazioni e prospettive ai tanti precari del CNR e degli altri enti di ricerca”, ha aggiunto.
La ricerca, pilastro fondamentale per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, necessita di risposte concrete e non di promesse effimere.
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