Roma, 12 marzo – Cresce la preoccupazione tra gli aspiranti insegnanti per l’avvio dei percorsi abilitanti, che si stanno rivelando non solo costosi ma anche potenzialmente inaccessibili per molti. Il problema principale? Una tassa d’iscrizione fino a 150 euro, richiesta dalle università telematiche per accedere ai corsi, senza alcuna garanzia di ammissione e senza possibilità di rimborso.
Secondo quanto denunciato dal deputato Antonio Caso (M5S), Capogruppo in Commissione Cultura, la misura rischia di trasformarsi in un vero e proprio ostacolo per centinaia di candidati. “Molti aspiranti docenti si trovano a pagare una quota esosa senza avere la certezza di accedere ai corsi abilitanti, dato il numero limitato di posti disponibili. Di fatto, una tassa che rischia di diventare solo un regalo alle università telematiche, trasformando l’abilitazione in un business sulle spalle di chi vuole insegnare”, ha dichiarato Caso.
Costi elevati e ritardi nell’avvio dei corsi
Oltre alla tassa d’iscrizione, il costo complessivo dei percorsi abilitanti si sta rivelando particolarmente oneroso, sollevando dubbi sull’effettiva accessibilità della formazione per tutti i candidati. Già in passato, il Movimento 5 Stelle aveva sollevato preoccupazioni sui costi proibitivi di tali percorsi, chiedendo interventi mirati per garantire equità di accesso e maggiore trasparenza.
A peggiorare la situazione, si aggiungono i ritardi nell’avvio dei corsi, che stanno lasciando centinaia di aspiranti insegnanti in una situazione di incertezza. “Questa condizione è inaccettabile”, ha sottolineato Caso, annunciando un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, per chiarire la questione e verificare eventuali favoritismi nei confronti delle università telematiche.
Le richieste alla ministra Bernini
Il M5S chiede un intervento urgente per verificare la legittimità della tassa imposta dalle università telematiche e per garantire che i percorsi abilitanti siano accessibili a tutti, senza discriminazioni economiche. L’obiettivo è assicurare una formazione equa e trasparente, evitando che il diritto all’abilitazione diventi un privilegio riservato solo a chi può permetterselo.
Con il dibattito che si accende tra politica e aspiranti docenti, la questione dei percorsi abilitanti potrebbe presto arrivare all’attenzione del governo. Resta da vedere se verranno adottate misure per riequilibrare il sistema e garantire a tutti pari opportunità nell’accesso alla professione di insegnante.
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